Il Ritratto Fotografico

Genere fotografico - Il ritratto

Interpretazione personale

Il ritratto secondo me dovrebbe essere come la carta d’identità di una persona, guardando la foto si dovrebbero sentire le emozioni sprigionate dal soggetto ritratto, le caratteristiche, indizi per arrivare alla sua anima.

Esistono tantissime scuole di pensiero, ogni ritrattista ha le sue regole e motivazioni. E’ proprio per questo che vediamo un sacco di realizzazioni di ritratti di tipologie diversissime. Il ritratto famiglia “old-style” con tutti vestiti da cerimonia seduti nella stanza principale della casa, animali domestici compresi.

Il ritratto in studio con luci controllate e posa controllata, a volte anche con vestiti e trucchi particolari per raccontare qualcosa di diverso da quello a cui siamo abituati. A volte vengo effettuati con tecniche particolari, macchine particolari e supporti ricercati, chi usa pellicola a medio o grande formato, chi lastre al collodio, ecc. Queste tecniche suscitano un sacco di curiosità nel pubblico e danno modo all’artista di esprimersi in infiniti modi.

Il ritratto ambientato, in cui si posiziona il soggetto in un ambiente particolare che fa da cornice, in maniera che racconti una storia, in questa maniera si rendono le foto più dinamiche e descrittive.
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In qualsiasi modo si agisca, i punti fissi sono sempre tre, il fotografo con la sua idea, il soggetto con la sua anima, e l’osservatore con la sua esperienza. I tre punti di vista possono coincidere o essere completamente discordanti, con tutte le infinite varianti intermedie. Quindi da dove si parte per eseguire un ritratto? Partiamo dell’intenzione del fotografo, qui siamo già ad un bivio, l’obbiettivo è far capire l’anima del soggetto o si ha una idea ben definita e il soggetto viene usato solo come attore? Nel secondo caso l’importanza del soggetto diventa marginale e i protagonisti restano solo due, il fotografo e l’osservatore. Se l’osservatore avrà le sensazioni che aveva in mente il fotografo allora il ritratto avrà avuto successo. Questo spesso è usato per scuotere l’osservatore, per catturarlo, per scioccarlo.

Io partirei dalla base, dalla semplicità, eliminando tutto il superfluo, concentrandomi solo sul soggetto e alle emozioni che emana. Ogni persona è a suo agio in un ambiente ben definito, dove è libera di essere se stessa, dove riesce a rilassarsi e a far uscire chi è veramente.
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